Chiesa di S. Maria degli Angeli
Questa chiesetta, che si trova in Piazza V.E. Orlando, faceva parte del Convento dei Frati Cappuccini costruito nel 1617-19 per la generosità di Fabrizio Di Trapani da Palermo, che donò per l'occasione 10 "tumoli" del suo terreno, e con le elemosine del popolo devoto a San Francesco.
Altri 8 tumoli di terra furono donati da Claudia Maria, Arciduchessa d'Austria, madre e procuratrice di Sigismondo, Abate Commendatore dell'Abbazia di Altofonte cui allora apparteneva il Parco di Partinico. Le superiori donazioni furono poi confermate dal re Carlo con diploma dato in Palermo il 10 gennaio 1661, e ciò per mettere a tacere le controversie sorte fra il Guardiano Padre Antonino da Palermo e gli eredi del Di Trapani:
in tale circostanza il Guardiano chiese ed ottenne dall'Abate Andrea De Masa, Procuratore Generale dell'Arciduchessa d'Austria, la libera concessione del predio per pacifico possesso.
Questo primo Convento di Partinico, trentesimo delle serie della Provincia, aveva 37 celle, una lussureggiante "romita", una sepoltura sotterranea (demolita, o chiusa negli anni '50 per dar luogo alla nuova Casa Canonica), una serie di ritratti di frati, collocati nei vari corridoi, e una ricca biblioteca donata, come riferisce il Marino, da Francesco Ramo, e oggi facente parte della Biblioteca Comunale.
Divenuto di proprietà comunale, il Convento ha subito diverse trasformazioni: oggi è conosciuto come "Casa del fanciullo" ed è adibito a scuola elementare e materna.
Per fortuna la chiesa non ha subito grosse trasformazioni, e nella sua facciata principale si possono notare l'antico portale, una piccola lapide relativa all'anno di costruzione, e infine un interessante orologio solare e una meridiana.
All'interno della Chiesa si trovano diverse opere d'arte, fra le quali sono degne di nota:
1) "La Regina degli Angeli" , grande tela del Salerno (1630), detto "Lo zoppo di Ganci", che si trova nell'altare maggiore e raffigura una Madonna con bambino, assieme a San Francesco, Santa Caterina da Alessandria e Santa Rosalia.
2) "Madonna con Bambino e Santi";
3) "Cristo con Angioletti e Santi".
Queste ultime due grandi tele, probabilmente del Salerno, anche se di composizione manieristica, denotano un'ottima capacità espressiva dell'autore, e un sapiente uso del chiaroscuro.
4) "Beato Beernardo da Corleone", opera di Vincenzo Manno.
Da segnalare infine la presenza di una bella "Via Crucis" formata da 14 tavolette in legno, dipinte nel XVIII secolo.