Torre Sulitano
La torre Sulitano, o del Sultano, di proprietà Manzella-Di Dia, si trova nell'omonima contrada a Nord Ovest di Partinico, lunga La S.S. 113 al Km. 307, immediatamente dietro lo stabilimento vinicolo Coppola. La torre, ancora allo stato originario non avendo mai subito sostanziali modifiche o manutenzioni, si presenta nel complesso in uno stato di degrado e di abbandono. Essa è a pianta quadrata ed è suddivisa in un piano terra, 1° piano, 2° piano e terrazzo.
I solai di copertura e dei piani intermedi sono crollati. Ogni lato della torre, dal punto di vista architettonico, e' stato trattato in maniera diversa. La facciata principale presenta in basso una piccola apertura, sullo stesso asse una feritoia a bocca di lupo e un poco sfalsata da questa, un'apertura quadrata. All'altezza della copertura si trova una caditoia e lateralmente un'altra feritoia. Alle altre tre facciate della torre, allo stato attuale sono addossati dei corpi di fabbrica presumibilmente di costruzione successiva a quella della torre che è del XVI-XVII secolo. Nella facciata esposta a Sud-Est il corpo aggiunto è basso, e lascia intravedere 5 aperture: una finestra all'altezza di circa 3,30 metri dal suolo, lateralmente a questa una feritoia; un'altra finestra sullo stesso asse al di sopra della prima, caratterizzata da un architrave realizzato in pietra molare; ancora più in alto, all'altezza del piano di calpestio del terrazzo, altre due finestre.
La facciata rivolta verso mare presenta uno squarcio, e al di sopra si notano dei buchi lasciati dalla presenza di travi in legno che, presumibilmente, sostenevano un tetto. La facciata rivolta verso la S.S. 187 è completamente coperta da un corpo alto addossato. Non esistono notizie certe sulla storia della Torre, ma soltanto un aneddoto, riportato da S. Bonnì , secondo il quale un certo Sukru-ku, un avventuriero levantino venuto dalla Turchia al seguito degli eserciti inviati in Sicilia dall'Emiro Moezz-Ben-Badis, dopo che Al-Hasan venne deposto e cacciato dall'Isola, si diede al brigantaggio parteggiando ora per uno, ora per l'altro, e riuscì ad ottenere in questo modo l'amministrazione della zona di Partinico.
Qui si costruì una fortezza, alla periferia del paese, dove si insediò da sultano. Tale fortezza corrisponderebbe all'attuale Torre del Sultano. Non si conosce la fonte di tale aneddoto, e pertanto la notizia è riportata con il beneficio dell'inventario. Dall'analisi delle dichiarazioni del 1580 e dell'inventario dei cosiddetti "Luoghi vecchi dal Ponte della Nocilla, nel fego di S. Leonardo", riportati dal A. Palazzolo, Salvo Vitale ha dedotto che si tratti della torre esistente nelle terre appartenute a Gaspare Sollima, sotto la tutela di Francesca Lanza Sollima, rilevate dal Barone di Castania e quindi incorporate, nel secolo XVII, dal Noviziato dei Gesuiti nella grande contrada di Parrini.
Difatti nel 1580 Francesca Lanza Sollima, con atto in Notaio Giuseppe Sapienza del 30 giugno dichiara di possedere 22 salme di terre scapole, piante boschigne in un 'locum magnum' con torre, stanze, viridario, vigne. Il primo atto di possesso, in Nr. Francesco Palmeri, risale all'8 aprile 1567. Dal contratto d'accordo fatto fra l'Abbate e Francesca Lanza Sollima, in Nr. Antonino Occipinti del 15 aprile 1583, risulta che il Barone di Castania possiede 45 salme di terre in "un luogo grande con torre, stantie, giardino, bosco, vigne e terre scapole appresso le terre di Giacopo Puglia, il Collegio dei Gesuiti di Palermo, Giulia Pollastra e la strada; per le vigne paga l'ottina, per le terre scapole paga tarì 24 per salma".